Nel ciclismo ci sono gare durissime senza un solo metro di salita, ma la gente, quasi sempre, ricorda solo chi è capace di vincere sui ripidi pendii che hanno fatto la storia di questo sport, come Gavia, Mortirolo, Stelvio. Probabilmente vincere la gravità è una sfida che affascina gli uomini, è un lietmotiv ricorrente, che si parli di sport o scienza. Esiste una montagna, la più alta del mondo, che non potrà mai essere scalata in sella ad una bici e che nella storia dell’arrampicata sportiva ha fatto non poche vittime. Parliamo dell’Everest e dei suoi 8848 metri di altitudine. Una sfida del tutto singolare è l’Everesting: consiste nello scegliere una salita e ripetere la scalata, in bici o a piedi, sino a raggiungere un dislivello di 8848 metri. Su e giù, su e giù fino a che il computerino della bici non segna che è stato raggiunto questo dislivello. Nessuna medaglia, nessun premio, se non la soddisfazione di scrivere il proprio nome nella Hall of Fame. Sabato 19 Giungo ci hanno provato Biagio Terrazzano e Domenico Giaquinta, scegliendo un tratto di 11 km del Monte Terminio, da scalare per ben 18 volte, in maniera consecutiva. Nessun limite di tempo, l’unica regola è non dormire. I due atleti del Circolo Amatori della Bici hanno completato l’impresa in circa 30 ore, iniziando la prima scalata alle 6.00 del mattino e terminando alle 10.00 del giorno seguente. Si sono alternati diversi compagni di squadra e amici di altre associazioni sportive a fare loro compagnia, per una o più scalate. Un’auto al seguito è stata necessaria per illuminare le buie strade del Terminio nella notte, durante la quale il freddo e la stanchezza iniziavano a farsi sentire. Qualche momento di sconforto c’è stato, ma a quel punto non si poteva rinunciare: stringere i denti ed andare avanti era necessario. Al termine della prova sono stati inviati i tracciati GPS alla Everesting Italy che il giorno seguente ha provveduto a certificare il buon esito della prova, aggiornando, con i nomi dei due atleti irpini, la Hall of Fame.