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Cosa vogliono dirsi (e dirci) i cani

2022-05-19 18:06

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Selvaggio e Libero, Rubrica, cani, animali,

Cosa vogliono dirsi (e dirci) i cani

(di Flavia Balestra) I cani comunicano tra di loro e con gli umani in diversi modi. Ciò soprattutto quando percepiscono uno stato di disattenzione

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(di Flavia Balestra) I cani comunicano tra di loro e con gli umani in diversi modi. Ciò soprattutto quando un animale percepisce uno stato di disattenzione nel proprio simile o nella persona. È per questo che molti animali, compresi noi, utilizzano quella che gli esperti definiscono “comunicazione multimodale”, che ha effettivamente la sua efficacia. Si tratta di comunicare appunto, utilizzando un gran numero di canali sensoriali differenti, con la voce, gli occhi e i movimenti.

Proviamo a spiegarlo con un esempio, facilmente riscontrabile nel comportamento di una coppia di cani che gioca: nel momento in cui uno dei due individui volesse interrompere il gioco disinteressandosi all'attività in corso, l’altro cane immediatamente cercherà di attirare l'attenzione iniziando ad abbaiare, oppure con un contatto fisico, muovendosi in modo plateale nel campo visivo dell'altro. Tutto per cercare di attrarre la sua attenzione. Se il partner non dovesse rispondere a tutte queste sollecitazioni, il cane che intende continuare a giocare proverà a richiamare il play mate e, solitamente, lo farà alternando diversi comportamenti: salta, morde, dà delle spinte al compagno “pigrone”. E ciò anche quando il partner dovesse iniziare ad avere un’interazione sociale con un altro individuo.
Questo tipo di comunicazione multimodale è molto costosa dal punto di vista energetico (e mentale) per il cane che vuol continuare a giocare, oltre che pericoloso per il terzo individuo potenzialmente coinvolto: questi potrebbe vedere i morsi e le spinte non come segnali di gioco ma come esplicazione di un comportamento aggressivo. Il fatto che i cani utilizzino questa varietà di segnali per continuare a giocare è dunque molto rischioso e non sempre può portare ad un risultato.
Le capacità sociali cognitive dei cani, comprese le loro capacità di comunicazione e l'uso di segnali di attenzione visiva, sono state recentemente studiate: i comportamenti diretti ad attirare l'attenzione sono stati usati più spesso quando un compagno di giochi era rivolto dall'altra parte e prima di mostrare interesse a giocare. Inoltre, la modalità di cattura dell'attenzione corrispondeva al grado di disattenzione del compagno di giochi: venivano adoperati atti di attenzione più forti quando un compagno di giochi stava distogliendo lo sguardo o distraendosi, quelli meno energici quando il partner era rivolto in avanti o lateralmente. In altre parole, questi cani hanno mostrato attenzione e hanno agito per manipolare una caratteristica di altri cani che media la loro capacità di risposta: tale caratteristica nell'interazione umana è chiamata "attenzione".
I cani persistono e variano la loro attenzione a seconda che sia efficace la propria azione: esprimeranno il desiderio di giocare solo a cani visivamente attenti o tentando di stabilire l'attenzione visiva prima di comunicare. 
Recenti ricerche sperimentali hanno dimostrato che questi animali sono in grado di riconoscere i vari stati attenzionali degli esseri umani e di utilizzare segnali di attenzione visiva come indicazione dell'accesso percettivo di una persona. 
La presente ricerca suggerisce che i cani usano anche i segnali di attenzione visiva in modo capace di comunicare con i conspecifici e sanno come cambiare l'attenzione visiva. Tuttavia, non ci sono prove sufficienti per affermare che i cani abbiano i tratti distintivi dei teorici della mente: sarà necessario vedere gli usi spontanei degli stati attenzionali in contesti nuovi, prima di postulare quella che possiamo definire una “raffinatezza” nel loro comportamento.

RIFERIMENTI LETTERARI:
-    Alexandra Horowitz, Attention to attention in domestic dog (Canis familiaris) dyadic play (2009)


 

 

 

 

 

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