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Gli animali imparano a comunicare (balbettando)

2022-06-29 20:37

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Selvaggio e Libero, Animali , Rubrica, Selvaggio e Libero ,

Gli animali imparano a comunicare (balbettando)

Mammiferi (compreso l'uomo) e uccelli. Cosa hanno in comune nel linguaggio? O meglio, nell'apprendimento del linguaggio? Più di quanto si pensi

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(di Flavia Balestra)

Mammiferi (compreso l'uomo) e uccelli. Cosa hanno in comune nel linguaggio? O meglio, nell'apprendimento del linguaggio? Più di quanto si pensi. Partendo da Darwin, si evidenziano subito due aspetti che differenziano uomini ed uccelli, trovando però importantissimi punti di contatto. Il cosiddetto “human babbling”, ad esempio, è la fase di produzione vocale molto variabile che hanno i bambini durante lo sviluppo e l'apprendimento della comunicazione. A questa si accomuna la “proto canzone”, tipica degli uccelli durante la crescita, con differenze notevoli man mano che aumenta l'esperienza di vita e si perfeziona lo sviluppo dell'esemplare.
Darwin spiega pure come, curiosamente, nei processi di apprendimento del linguaggio si noti una vera e propria trasmissione culturale, che può persino portare alla nascita di dialetti regionali. Se questo sembra normale nell'uomo, curiosamente avviene - allora - anche negli uccelli.
Non solo. Il naturalista britannico dimostra che il linguaggio serve agli uomini, quanto agli uccelli, per alcune attività, come il corteggiamento. E come per gli uomini particolarmente dotati nel linguaggio e nella gentilezza, quanto più completo, forbito e suadente sarà il cinguettio degli uccelli maschi, più alte saranno le possibilità di conquista di una femmina.
I progressi dello sviluppo vocale passano per il “balbettio” che accomuna umani ed uccelli. Nello sviluppo della “proto canzone”, infatti, gli uccelli provano a vocalizzare proprio come farebbe un bambino. L'analogia è dunque con il cosiddetto babbling, ovvero lo sviluppo vocale, attraverso il balbettio, che precede negli adulti l'acquisizione di un pieno repertorio vocale. Le vocalizzazioni, negli umani come negli uccelli, avvengono e si migliorano anche a seguito dell'ascolto di quelle altrui. Di semplice conseguenza, sarà importante che un adulto parli bene perché un piccolo apprenda, potenzialmente, il linguaggio migliore. 
Il balbettio appare, allora, una fase esplorativa (e necessaria) dell'apprendimento vocale. All'inizio i suoni sono molto variabili, poi si modulano, si formano. Per un periodo della vita prevalgono suoni innati in prevalenza giovanili o dell'infanzia (ad esempio nei pappagalli) o una miscelazione di entrambi (accade per il fringuello zebra).
Ultima curiosità: il balbettio umano e animale (ad esempio nel pipistrello), se prolungato, può anche significare richiesta di attenzioni parentali e comportare, dunque, una maggiore attenzione dell'adulto, che così “ricompensa” la crescita comunicativa del piccolo.


Riferimenti letterali:
-    Cross-species parallels in babbling: animals and algorithms (2021) di Sita M. ter Haar et al. 

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