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Cosa vuole il tuo cane quando ti guarda?

2022-08-22 17:21

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Selvaggio e Libero, Animali , Rubrica ,

Cosa vuole il tuo cane quando ti guarda?

(di Flavia Balestra)Ma i cani riescono davvero a comunicare con noi? E, se sì, in che modo e misura?

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(di Flavia Balestra)

Ma i cani riescono davvero a comunicare con noi? E, se sì, in che modo e misura? Quante volte ci stiamo posti queste domande osservando il nostro amico a quattro zampe, soprattutto nei momenti in cui interagisce con noi? Parliamo di “comunicazione”, o tentativo di essa, che è cosa diversa dalle manifestazioni emotive che si evidenziano nella mimica dei cani in presenza di una determinata condizione. La differenza non è sottile, ma sostanziale. Possiamo anticipare che i cani riescono a comunicarci le loro emozioni perché hanno anche imparato a “sfruttare” le proprie espressioni facciali a proprio vantaggio, inducendo il proprio padrone a fare ciò che essi vogliono.
Ciò, naturalmente, è frutto di studi di ricerca condotti in tal senso. Illuminante, in proposito, il risultato del lavoro svolto presso il Dog Cognition Center dell'Università di Portsmouth, in Inghilterra, dalla dottoressa Juliane Kaminski, partendo dall'assunto che la maggior parte dei mammiferi umani produce espressioni facciali. La dottoressa Kaminski ha testato alcuni cani, di diverse razze, anche meticcia, in contesti differenti, per verificare quanto la presenza di esseri umani influenzasse e determinasse le espressioni facciali dei quadrupedi. Il risultato è stato abbastanza sorprendente, tanto da portare la stessa dottoressa Kaminski a dichiarare: "I risultati sembrano avvalorare la prova secondo la quale i cani sono sensibili all'attenzione degli esseri umani e che le espressioni sono tentativi potenzialmente attivi di comunicare, non semplici manifestazioni emotive". 
Tra l'altro alcuni atteggiamenti degli animali non sono parsi espressamente “orientati” al raggiungimento di un obiettivo, come quello primario del cibo. No, il cane adottava determinati comportamenti – come “innalzare le sopracciglie” per far sembrare i loro occhi “adorabili” - ogni qual volta l'essere umano dimostrava di avere specifica attenzione verso di lui: lo guadava, innanzitutto, faceva dei gesti, gli parlava. Insomma, in parole povere, il cane voleva comunicarci la sua condizione di benessere nel momento stesso in cui ci stavamo occupando “affettivamente” di lui.
I risultati della ricerca sono stati sorprendenti, dopo un lungo periodo di osservazione. Ci sono ampie prove che i cani domestici colgano in pieno lo stato di attenzione o meno dell'essere umano, e in base a ciò modulino comportamenti che non sono solo manifestazioni emotive. Ma inducono addirittura a  comportamenti l'essere umano, come ad esempio per la somministrazione di  cibo o una carezza prolungata. Allo stesso tempo i cani prestano attenzione per modulare il proprio comportamento: seguire con lo sguardo quello del padrone per “anticiparne” la volontà, il movimento, il gioco. Lo studio di Kaminski ci dice allora che “la visibilità degli occhi dell'uomo potrebbe essere importante, per i cani, per la produzione di espressioni facciali. Questa potrebbe essere la prova che i cani producono espressioni facciali come un segnale flessibile e che la sua produzione dipende dallo stato attenzionale del ricevitore del segnale. Senza prendere alcuna misura fisiologica è ovviamente impossibile dire fino a che punto vedere gli occhi dell'uomo sia eccitante anche per il cane. Ma il nostro studio evidenzia che uno stimolo non sociale che ha dimostrato di essere eccitante per i cani non ha alcun effetto sulla produzione delle loro espressioni facciali”. Insomma, i cani hanno “bisogno”, o addirittura lo stimolo sociale degli uomini. Un ulteriore convincimento scientifico che ci viene dalla fedeltà di questo animale che da decine di millenni convive (e comunica) con la razza umana. 


Riferimenti letterari: “Human attention affects facial expressions in domestic dogs”, Juliane Kaminski, Scientific Reports, 2017

 

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