di Flavia Balestra
Vi appoggiate ad un albero in un parco? Sapete che potrebbe essere stato piantato da uno scoiattolo grigio? Incredibile, vero? La certezza della piantumazione di alberi grazie ai semi sapientemente accumulati dagli scoiattoli è il risultato delle ricerche avviate poco prima del Duemila, e che oggi sono concordi nell'assegnare questa straordinaria e sostanziale capacità a questi piccoli mammiferi roditori. Già si muovevano in tal senso ricercatori come Steele e Wander Wall. Le Università di Wilkes, Princeton e Purdue, con gli studi di Steele, Goheen e Swihart, hanno dimostrato che i leader nella dispersione di semi, e dunque nella rigenerazione delle foreste, sono gli scoiattoli grigi (nome scientifico Sciurus carolinensis), in maniera esponenziale più rilevante degli scoiattoli rossi (questi, anzi, sono avversati dagli studiosi per le minori capacità).
Ciò si deve innanzitutto alla ingente quantità di semi di alberi che gli scoiattoli grigi seppelliscono. Sono davvero ingegnosi, per una serie di motivi: seppelliscono la maggior parte dei semi in questo modo, per una percentuale pari al 96,9%. Le probabilità di successo della piantumazione sono dunque assai elevate, anche perché circa il 30% dei semi sepolti non verrà mai recuperato dagli scoiattoli grigi. E proprio questi semi sono dunque alla base della successiva rigenerazione delle foreste.
Ma non è finita, perché gli studi hanno anche stabilito che gli scoiattoli grigi mangiano prima i semi che hanno “problemi” (danneggiati per la presenza di larve o vermi, oppure che hanno avviato il processo di decomposizione), mettendo da parte – per seppellirli (e poi recuperarne solo in minima parte) – i semi della migliore qualità. Proprio la presenza di semi sani, sotto terra, è alla base di una rigenerazione forestale di qualità. Capito perché lo scoiattolo grigio è davvero un “leader” nella foresta? E se li mettessimo in laboratorio darebbero punti anche agli scienziati, perché è stato appurato che in oltre il 45% dei casi questi roditori sono più efficienti nel rilevare (e dunque distinguere per la propria modalità di alimentazione e sepoltura) i semi sani da quelli infestati rispetto agli studiosi, in possesso di strumenti di laboratorio (in tal sensi la ricerca di Steele già nel 1996).
Un'ultima considerazione, questa piuttosto amara: laddove lo scoiattolo grigio è in pericolo, o addirittura rischia la scomparsa, ne risente la rigenerazione naturale delle foreste. I semi sepolti non durano all'infinito, infatti. Sarebbe allora il caso che l'uomo comprendesse quanto sia necessario tutelare il corretto ciclo della vita delle diverse specie animali.
Riferimenti bibliografici: -“Analysis of scientific research with regard to the effect of squirrels on forest regeneration” di : Pizza K Y Chow et al.