
(di Massimiliano D’Uva)
Chi ha la fortuna di conoscere Vincenzo Palumbo sa che parlare di lui significa raccontare una visione che ha attraversato gli anni, una passione che non si è mai affievolita e un amore per Ravello che ha trovato casa in ogni dettaglio di Villa Maria. Oggi, quel sogno continua a vivere grazie ai suoi figli Francesco e Giuseppe, che con La Terrazza del Professore hanno dato forma a un luogo che non è solo un ristorante, ma un’esperienza che intreccia terra, anima e tempo.
Sono amico della famiglia Palumbo dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso e ho visto crescere, stagione dopo stagione, quell’idea di ospitalità che affonda le radici nell’autenticità e sboccia in un’eleganza mai ostentata. Oggi, percorrendo le pagine del sito ufficiale del nuovo ristorante, si percepisce un’armonia rara tra parole e intenti, tra ciò che si promette e ciò che si realizza davvero, ogni giorno.
La cucina de La Terrazza del Professore è prima di tutto rispetto: per i ritmi della natura, per i prodotti della terra, per i sapori veri della tradizione mediterranea. Piatti che parlano con discrezione, che non gridano la loro bellezza ma la sussurrano in ogni dettaglio: nei prodotti dell’orto, nell’olio selezionato con cura maniacale, nel pescato del giorno, nei dolci che sembrano raccontare la costiera in versi.
E proprio l’orto è uno dei luoghi del cuore di Vincenzo Palumbo e, ovviamente, di questo progetto: affacciato sul mare, coltivato come un giardino segreto, è la culla dei sapori che arrivano in tavola. Un orto che non è solo produttivo, ma narrativo, poetico, vivo. Lì si cammina a piedi scalzi nella memoria, tra i pomodori e i fiori di zucchina, tra i limoni e la lavanda. Quante decisioni sono state prese dal professore, uomo carismatico e di grandi qualità umane prima che imprenditoriali, proprio in questo giardino, dove ascoltava i suoi consulenti più fidati nel mentre era intento a curare i suoi amati pomodori.
La cantina ci parla invece di selezione e di cura, di una passione per il vino che è diventata ricerca continua, curata da Francesco, primogenito di Vincenzo. Non una carta enciclopedica, ma una scelta precisa di etichette che raccontano storie di vignaioli, di territori, di vendemmie difficili e felici. Con uno sguardo sempre rivolto alle eccellenze campane, senza rinunciare a incursioni più ampie nel panorama italiano ed europeo.
Francesco e Giuseppe hanno ricevuto dal "professore" qualcosa in più di semplici insegnamenti di vita, nel loro dna c’è l’ospitalità, interpretata come vera e propria arte di accogliere. Il senso più profondo de La Terrazza del Professore: un gesto d’amore. Un’eredità che si fa progetto. Un sogno che continua, con radici profonde e rami che si allungano verso il futuro.
Per chi, come me, ha visto tutto questo crescere, ritornare in questo luogo autentico è una carezza all’anima. Qui a La Terrazza del Professore il tempo si ferma, la bellezza respira, e l’eredità si fa pane, vino e musica, la sintesi perfetta di tutte le grandi passioni di Vincenzo Palumbo.
