
(di Massimiliano D’Uva)
Il copione si ripete puntualmente, ogni anno, ogni festività. Nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 25 aprile, giorno della Festa della Liberazione, la Costiera Amalfitana si è trasformata nell’ennesima trappola di lamiere. Le immagini che giungono da Atrani parlano chiaro: traffico completamente paralizzato, colonne di auto ferme, scooter in cerca di varchi impossibili, e un’ambulanza della Croce Rossa Italiana costretta a uno slalom pericoloso tra le macchine incolonnate lungo il tratto che costeggia il mare.
Una situazione che, oltre al disagio, solleva questioni ben più gravi. Cosa accadrebbe, anzi cosa accade in caso di un'emergenza medica più grave? Quanto incide il tempo perso nel traffico sulla sopravvivenza di una persona? Sono interrogativi che, purtroppo, restano spesso senza risposta.
Le cause del caos sono note e ricorrenti: una rete viaria stretta, tortuosa e priva di alternative, l’assenza di un serio piano di mobilità sostenibile, un’affluenza turistica ormai fuori controllo nei giorni festivi, e il mancato potenziamento dei servizi pubblici. A tutto questo si aggiunge la sosta selvaggia, che spesso riduce ulteriormente la già esigua carreggiata disponibile.
Le immagini scattate oggi ad Atrani restituiscono uno spaccato emblematico di una problematica che si ripropone a ogni festa comandata, dall’estate alle festività pasquali, fino al 25 aprile e al 1° maggio.
Serve una risposta strutturale, non più rinviabile: l’introduzione di un sistema di navette a monte, il potenziamento dei trasporti marittimi, un controllo serrato sulla sosta e, soprattutto, una governance coordinata tra i Comuni della Costa.
Nel frattempo, la Costiera, simbolo di bellezza e patrimonio dell’umanità, continua a mostrare il suo lato più fragile e vulnerabile, ostaggio di una mobilità che, nei giorni di festa, si trasforma in un incubo collettivo.