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Gli uccelli ricordano chi li aiuta

2022-04-23 08:48

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Selvaggio e Libero, animali, Selvaggio e Libero, Uccelli,

Gli uccelli ricordano chi li aiuta

(di Flavia Balestra) I passeriformisono in grado di attuare comportamenti solidaristici, ricordando di aver ricevuto la stessa azione in situazioni di pericolo

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(di Flavia Balestra) Ricordarsi di chi ci ha aiutato in un momento difficile. Essere indifferenti rispetto ad un bisogno altrui quando qualcuno, in passato, ha fatto lo stesso nei nostri confronti. Certo non è la regola, ma in questo tipo di atteggiamento riconosciamo un tipico e diffuso comportamento umano. Ciò, però, accade anche per altre specie animali, in particolare per alcuni uccelli. Parliamo dei passeriformi: sono in grado di attuare comportamenti solidaristici in chiave difensiva, ricordando di aver ricevuto la stessa azione quando si sono trovati in condizioni di pericolo. Accade ad esempio, come hanno dimostrato gli studi di Krams e colleghi, quando gli uccelli “molestano” un predatore per difendere il loro territorio (ad esempio i nidi) o i loro compagni. È il risultato dell’unione con i vicini che li hanno aiutati in precedenza, utilizzando strategie basate su reciprocità che si fondano sul riconoscimento individuale e sul ricordo di precedenti interazioni con gli altri. È quello che, in base ai suoi studi, Krams definisce un “livello di sofisticazione” nelle comunità di uccelli, maggiore di quanto si fosse realizzato in precedenza.
Un’applicazione concreta si è avuta osservando il comportamento per la difesa di nidi sottoposti ad azione di mobbing, ovvero un comportamento anti-predatorio che gli uccelli effettuano quando si sentono minacciati da un qualsiasi predatore. Si tratta di una cooperazione reciproca che viene attuata solo nei confronti dei “vicini” protagonisti dello stesso comportamento in passato. Questo perché un maggior numero di individui facilita il successo nell’evitare l’attacco di un estraneo, nonostante questo comporti un dispendio di energie importante e un rischio per la propria stessa vita. 
Gli studi non hanno evidenziato come gli individui possano riconoscersi l’un l’altro e ricordare quali vicini hanno collaborato ad una precedente azione di mobbing. Nonostante il meccanismo di riconoscimento non risulti chiaro, gli studi hanno dimostrato come uccelli della stessa specie (in questo caso i pigliamosche comune - Muscicapa striata-) siano in grado di riconoscersi in base a canti, richiami o tipologie di piumaggio. Altra questione aperta riguarda l’azione di mobbing che coinvolge più specie. Sicuramente l’azione comune in chiave anti-predatoria tra comunità eterospecifiche di uccelli dipende dal riconoscimento individuale interspecifico (probabilmente sviluppato durate la stagione riproduttiva). Ma è chiaro che più il gruppo di volatili è numeroso ed eterospecifico, più il riconoscimento individuale diventa difficile o, quantomeno inaffidabile. Lo scenario degli studi futuri dovrebbe concentrarsi su prove di interazione tra specie diverse ed analisi di azioni di mobbing tra specie miste. 
Dunque, agire per il bene comune ha indubbiamente degli effetti positivi sulla propria condizione: tutto dipende dal ricordo di un comportamento solidaristico. Chi, in un determinato momento, si dimostra un disertore ignorando le esigenze altrui deve aspettarsi, quanto meno, un comportamento di indifferenza.

Riferimenti letterari:
-    Wheatcroft et al., (2008): “Reciprocal cooperation in avian mobbing: playing nice pays”
 

 

 

 

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Direttore responsabile Katiuscia Guarino
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